
Come nasce un passato che prima non c’è, il passato della musica? Può esserci passato senza una storia che lo racconta? Così si direbbe, se si considera che le prime storie della musica sono scritte nel corso del XVIII secolo, dopo due millenni di cultura musicale europea. Come ci si è arrivati? Perché solo nel XVIII secolo la musica scopre di avere una storia? Quale passato raccontano le storie settecentesche della musica? Quale concetto di musica e di storiografia le informa? È un percorso in due puntate e due attori.
I. L’Histoire de la musique et de ses effets, depuis son origine jusq’à present (1715) di Jacques Bonnet.
Scorrendo l’Indice delle materie di questa storia di oltre 500 pagine si ha la sensazione di trovarsi gettati nella ‘piazza universale’ della musica, tra leggende e curiosità fini a se stesse: si fatica a dare senso a questo ‘mercatino dell’usato’. Eppure quella di Bonnet è la prima storia della musica europea. Quale idea di storiografia la giustifica? Quale modello narrativo imita?
II. La Storia della musica (3 voll., 1757-1781) di padre Martini
I tre tomi della Storia di padre Martini narrano la musica antica: Ebrei Egizi Caldei (t. I), Greci (t. II e III).
Quasi metà delle pagine dei tre volumi comprende sette dissertazioni che discutono oggetti estrapolati dalla narrazione storica.
Che rapporto hanno questi scritti accademici con gli eventi storici narrati? Quale idea della musica accorda la narrazione storica e la ‘dimostrazione’ scientifica? Cos’è ‘storia della musica’ per padre Martini?
16 e 23 marzo 2021, ore 17
Paolo Gozza
La storiografia musicale nel Settecento, da Bonnet-Bourdelot a padre Martini