L’immagine musicale, a cura di Paolo Gozza, Milano, Mimesis, 2014.
Le immagini musicali affollano gli studi iconografici, l’immagine musicale è invece sostanzialmente assente nel prêt-à-porter concettuale del musicologo. Forse perché rinvia a un dato visivo, non sonoro, l’immagine musicale è in effetti un oggetto di difficile presa. Per districare questo rebus il Gruppo di studio Athena Musica ha posto l’immagine musicale al centro della propria riflessione nel biennio 2011-13, e il risultato dell’inchiesta è ora nelle mani del Lettore. La scelta del tema è legata alle motivazioni culturali di Athena Musica, incentrate sulla storicità del sapere musicale: l’immagine musicale è infatti un oggetto storico e attraversa i saperi che da prospettive lontane hanno costruito l’immagine della musica nella cultura occidentale. L’immagine musicale ci mostra l’incontro dei saperi e dei valori con cui la musica ha condiviso nel tempo la costruzione della cultura europea, e per tale via indica una possibilità: di superare l’attuale isolamento della musicologia accademica dalle discipline dell’uomo.
Il Lettore non sia impaziente di disporre fin dal principio d’una definizione dell’immagine musicale; saranno i saggi del volume ad offrirgli la risposta. Si accontenti ora di questo: diversamente dalle immagini musicali dell’iconografia, che sono studiate a partire dalle fonti figurative, quindi visive, a contenuto musicale, l’immagine musicale si vede e non si vede. Ora è rappresentazione figurativa, visibile con l’occhio esteriore, ora è rappresentazione immaginativa, visibile con l’occhio interiore. Per questa duplice natura, l’immagine musicale occupa luoghi diversi della musica: ora è su un supporto materiale, ora è nella mente, ora risuona nell’ascolto, ora vive solo nel silenzio della nostra coscienza, se non in quello ineffabile dell’Eterno. E comunque, quando è rappresentazione visiva, l’immagine musicale ha natura diversa dalle immagini musicali dell’iconografia: diverse sono le fonti documentarie e diversa è la logica della raffigurazione, come i paragrafi dell’Introduzione cercano di chiarire.
Ancor più della sua definizione, il Lettore troverà nei saggi del volume una ricca messe (certo non esaustiva) di figure storiche dell’immagine musicale. Nella cultura medievale l’immagine musicale è il ponte lanciato tra l’uomo e Dio, un cammino del corpo e della mente insieme sensibile e spirituale verso l’ineffabile. L’immagine musicale è poi nella trattatistica musicale europea lo schema di proporzionalità delle voci, costruzione matematica dei rapporti costitutivi dei parametri acustici. Nell’età del classicismo europeo essa è la proiezione sonora della vita, voce come immagine degli affetti cui la vocalità dà esistenza sensibile, corporea. L’immagine musicale è più avanti, nell’età del canone occidentale, il fulcro stesso della discussione estetica sullo statuto rappresentativo dei costrutti sonori e musicali. Nella teoria musicale tra XIX e XX secolo l’immagine musicale media l’incontro tra la mente del compositore e la mente dell’ascoltatore, nelle avanguardie novecentesche è strategia compositiva che proietta sulla pagina figure e immagini per dare coesione ai costrutti temporali dei suoni; è quindi musica visiva, sinestesia e intersezione tra occhio e orecchio, visione e ascolto. Ed è anche, infine, negazione dell’esistenza di qualsivoglia proiezione visiva dei costrutti sonori.
Scorrendo l’indice del volume il Lettore noterà due asimmetrie. La prima è cronologica: i due terzi dei saggi hanno come riferimento storico l’Ottocento e il Novecento (un solo contributo verte sull’epoca medievale, due sulla Modernità). La seconda è la diversa estensione dei contributi. Chi scrive—che, prima di curare l’edizione di questo libro, è stato coordinatore di Athena Musica nel suo incontro con l’immagine musicale—ha creduto di non dover intervenire su queste asimmetrie, e ciò in considerazione del lavoro effettivamente svolto dal Gruppo di ricerca. Il libro l’Immagine Musicale è il risultato di un percorso che ha avuto come interlocutori studiosi di provenienza accademica e competenze scientifiche diverse. Di questa diversità, che è ricchezza, il volume è fedele espressione. Athena Musica è un libero cenacolo di studiosi, e il contributo di conoscenza che ciascuno ha inteso dare alla ricerca è il suo valore irripetibile.
Del resto, come dice splendidamente il Poeta, «We are such stuff | As dreams are made down; and our little life | Is rounded with a sleep.» (W. Shakespeare, The Tempest, Act 4, Scene 1, vv. 156-158). Forse anche la musica e i suoi oggetti hanno, come l’uomo, l’esile figura dei sogni e delle immagini.
Paolo Gozza
Indice del volume
Introduzione, di P. Gozza
L’immagine musicale quale riflesso dell’eternità, di L. Wuidar
Lo schema proporzionale nella teoria musicale e in organologia, da Faber Stapulensis a Boehme, di G. Mambella
Iconologia della voce, di P. Gozza
La questione delle immagini sacre e l’estetica musicale, di A. Serravezza
La musica può proiettare immagini? A proposito di un frammento di Friedrich Nietzsche, di M. Giani
Rappresentazione sonora e ‘immagine energetica’ in Ernst Kurth, di M. Mastropasqua
Simmetria e asimmetria nel pensiero e nella pratica compositiva del Novecento, di G. Seminara
Filosofia, musica e immagine nella notazione contemporanea, di M. Polo Pujadas
La musica delle immagini. Sulla teoria del paesaggio musicale di Sergej Ejzenštejn, di F. Finocchiaro