Giovanni Andrea Angelini Bontempi, Historia musica. Prima e seconda parte della teorica, a cura di B. Brumana, Ut Orpheus, Bologna, 2010.
L’Historia musica di Giovanni Andrea Angelini Bontempi (1625-1705), edita nel 1695, non è la ‘narrazione’ delle vicende legate a quest’arte, ma una esposizione sistematica dei principi della musica; un trattato di teoria musicale riconducibile alla tipologia della Historia naturalis, intesa come conoscenza sceintifica acquisita attraverso l’indagine e la ricerca.
Cantante, compositore e teorico musicale, Bontempi fu anche letterato (autore dei testi delle proprie opere), storico, architetto teatrale e scenografo, costruttore di strumenti musicali e di orologi, nonché abile intagliatore di pietre dure. In sostanza, Bontempi fu un uomo eclettico nel senso rinascimentale del termine e con la pubblicazione dell’Historia musica ottenne il riconoscimento della sua appartenenza alla ‘res publica’ letteraria dell’Europa di fine Seicento. Dall’oratorio filippino di Perugia, dove ricevette la prima formazione musicale, passò a Roma sotto la protezione del cardinale Francesco Barberini. Attivo nella cappella di S. Marco a Venezia all’epoca di Monteverdi, trascorse, poi, circa trenta anni al servizio della corte di Dresda. Nella prima e seconda parte della teorica è dato ampio spazio alla musica greca, ma la musica antica è vista sempre in funzione della moderna. E così vi troviamo l’analisi dei vari tipi di versi e dei corrispondenti valori musicali in una perfetta armonia tra parola e musica; il testo dell’oratorio di S. Emiliano; note sulla costruzione dei clavicembali di Girolamo Zenti; l’organizzazione della scuola di canto a Roma; una piccola monografia sul cantante evirato Baldassarre Ferri; esempi di composizioni polifoniche. Non mancano, poi, suggestivi riferimenti all’astrologia e alla consonanza tra Musica mondana e Musica humana oppure all’anatomia e al contrasto tra anima e corpo.
La presente edizione conserva tutto il sapore dell’originale, ivi comprese le grafie erudite o quelle oscillanti di alcuni termini, ma permette al tempo stesso la lettura agevole di un testo fondamentale nella storia del pensiero musicale.
“Ove per gl’antri infausti”.Cantate del Seicento ed altre rarità musicali nella Biblioteca del Dottorato dell’Università degli Studi di Perugia, a cura di B. Brumana, Perugia, Morlacchi, 2007.
Indice del volume:
Francesco Bistoni, Rettore dell’Università degli Studi di Perugia
Giuseppe Chiaretti, Arcivescovo Metropolita di Perugia
Antonio Marinelli, presidente della manca di Mantignana-Credito Cooperativo Umbro
Concerto
Orfeo ed altri miti classici nel manoscritto di cantate del Seicento donato all’Università
Mostra
Rarità musicali nella Biblioteca del Dottorato
Biancamaria Brumana, «Ove per gl’antri infausti». Miti classici e sventurati amanti in un manoscritto di cantate romane del tardo Seicento
Giovanni Lorenzo Lulier, «Ove per gl’antri infausti». (facsimile della cantata per soprano e basso continuo)
“Scendi o santo Himeneo”. Musiche di Barnaba Milleville per le nozze Cantalmaggi-Biscaccianti (Gubbio, 1615), a cura di C. Marionni e B. Brumana, Perugia, Morlacchi, 2007.
Indice del volume:
P. L. Neri, Presentazione
B. Brumana, Introduzione
C. Marionni, Barnaba Milleville: profilo di una “vita in movimento”
B. Brumana, I Pianeti e lo Zodiaco nel programma celebrativo delle musiche per le nozze Cantalmaggi-Biscaccianti
C. Marionni, «Della nobil famiglia Cantalmaggi di Gubbio conti del feudo delle Carpini e Rocca d’Aria»
Barnaba Milleville, Il primo libro de madrigali in concerto (Venezia, 1617), edizione a cura di C. Marionni
Testi poetici
Note critiche
Lonati, Lulier e Bani. Cantate per soprano e basso continuo. Gli “unica” del manoscritto seicentesco dell’Università degli Studi di Perugia, a cura di B. Brumana e A. Iovino, Bologna, Ut Orpheus, 2009.
Indice del volume:
Introduzione
Testi poetici e struttura musicale
Note critiche
Introduction
Poetic texts and musical structure
Editorial commentary
1. È pena maggiore (Carlo Ambrogio Lonati)
2. Ove per gl’antri infausti (Giovanni Lorenzo Lulier)
3. Amor e quando mai (Cosimo Bani)
Fiorella Rambotti, «La musica è una mera opinione e di questa non si può dar certezza veruna». Antimo Liberati e il suo Diario sistino con una riproduzione della Lettera a Ovidio Persapegi, Perugia, Morlacchi, 2008.
«La musica è una mera opinione e di questa non si può dare certezza veruna». Con questa frase, che ricorre quasi con la frequenza di un “basso ostinato” nella Lettera a Ovidio Persapegi del 1685, Antimo Liberati ci offre la sua idea della più effimera della arti. Egli dovrebbe esprimere il suo giudizio sui candidati al posto di maestro di cappella del Duomo di Milano, ma il compito si rivela difficile. Se la musica teorica si basa su regole fondamentali, oggettive e indiscutibili, nella musica pratica l’orecchio e il gusto possono rendere accettabili e piacevoli soluzioni teoricamente errate.
Antimo Liberati (1617-1692), che fin dalla prima giovinezza per assecondare il suo «genio» abbandona gli studi «della Legge e delle Belle Lettere» e sia avvia nel «difficultoso oceano della musica», ne percorre con passione e determinazione tutti gli aspetti: esecutivi, compositivi e teorici. Cantore e maestro della più prestigiosa istituzione musicale del Seicento, la Cappella Pontificia, ne redige il Diario nel 1670, che è qui edito ed analizzato da Fiorella Rambotti in tutti i suoi aspetti, dalle riflessioni generali sulla musica all’organizzazione della Cappella Sistina, alle vicende biografiche. Un volume, questo di Fiorella Rambotti, che unendo la ricerca rigorosa ai contenuti storici e musicali ci introduce nell’affascinante mondo artistico della Roma barocca attraverso l’occhio di Antimo Liberati che non è un semplice artigiano della musica (come tanti compositori del Sei e Settecento), ma possiede una cultura umanistica in senso lato e può così entrare autorevolmente nel dibattito delle idee del suo tempo.