Paolo Gozza, Imago vocis. Storia di Eco, Milano, Mimesis, 2010.
Celebrata dagli esametri latini del Libro III delle Metamorfosi, la storia di Narciso & Eco pronostica la dissociazione tra l’immagine visiva e l’immagine sonora, tra visione e ascolto, registrata nelle forme storiche dell’antropologia occidentale, «da Ovidio a Freud». Tutti sanno di Narciso, ne commiserano il destino consumato all’altare dell’immagine tirannica. Pochi sanno di Eco: vicina a Narciso morente, Eco ne raccoglie e perpetua nel registro vocale l’ultimo lamento. Imago vocis racconta la rimozione di Eco dalla favola, e mostra la dissociazione di una cultura incapace di accordare ciò che nell’uomo è unito. L’esito di questa dissociazione è noto: la Modernità con Freud ha sostituito a Eco il dispositivo dell’ascolto terapeutico individuale a pagamento; collocato come Eco alle spalle di Narciso sofferente, il terapeuta ne accoglie il doloroso dettato nel registro ecoico interno e libera con l’ascolto la mente di Narciso, disteso e immobilizzato dal fantasma della propria immagine persecutoria. Individuando nelle forme della cultura la radice dei fatti psichici, l’esegesi storica di Eco restaura la presenza dell’immagine sonora in tre diverse regioni culturali della Modernità: nelle strutture dell’ontologia sonora del mondo, nei costrutti dell’immaginario sonoro e, infine, nella formazione dell’uomo musicale che, diversamente da narciso, non è l’archetipo di un’umanità intenta a moltiplicare nel mondo lo specchio della propria immagine trionfante, ma l’archetipo della cultura intenta ad accordare il proprio strumento, l’uomo.
Johannes Tinctoris, Proportionale musices – Liber de arte contrapuncti, a cura di G. d’Agostino, Firenze, Edizioni del Galluzzo, 2008.
Johannes Tinctoris (1435?-1511), uno dei più autorevoli trattatisti del tardo Quattrocento, ha dato alla musica del proprio tempo (la polifonia ‘franco-borgognona’) una cornice teoretica tale da costituire un punto di riferimento obbligato per chi voglia districare le complesse questioni di contrappunto, di notazione, di lessico poste dalla polifonia mensurale. I due trattati qui presentati in traduzione, oltre a fornire chiavi appropriate per comprendere la scansione temporale della musica (il Proportionale musices) o l’organizzazione verticale del suono (il Liber de arte contrapuncti, si presentano come documenti di cultura umanistica ed espressione cosciente del rango intellettuale acquisito dalla musica tra le arti liberali. Come le altre opere del musicista fiammingo, questi trattati videro la luce a Napoli, dove egli soggiornò per quasi vent’anni, svolgendo incarichi di rilievo presso la corte aragonese.
Arnold Schönberg, Il pensiero musicale, a cura di F. Finocchiaro, Roma, Astrolabio-Ubaldini 2011.
L’opera-cardine della teoria schönberghiana, il trattato incompiuto Der musikalische Gedanke und die Logik, Technik und Kunst seiner Darstellung, è la sintesi di un poderoso sforzo teorico, incominciato con la Harmonielehre e proseguito lungo due decenni successivi. Il testo avrebbe dovuto dare sistemazione a tutti campi della teoria della composizione (armonia, contrappunto, strumentazione, forma, ecc.), riunendoli in un tutto omogeneo alla luce della esplicitazione delle leggi della logica musicale. L’elaborazione di questa “teoria della composizione integrale”, mirante a definire niente meno che le forme a priori del comporre, incontrò una lunga e complessa gestazione, le cui tracce sono sparse in una serie di scritti incompiuti, oggi conservati nel lascito schönberghiano, che furono redatti nell’arco di oltre vent’anni. Il libro raccoglie il materiale preparatorio per quello che può dirsi il tentativo più ambizioso di sistemazione teorica dell’argomento: il frammento del Gedanke-Manuskrpit, l’opus magnum della teoria musicale di Arnold Schönberg.
L’approntamento della versione italiana da parte di Francesco Finocchiaro si è svolto in parallelo alla costituzione dell’edizione critica del testo tedesco, preparata da Hartmut Krones e Nikolaus Urbanek, studiosi attivi nell’Arnold Schönberg Center di Vienna, l’istituto promotore della Kritische Gesamtausgabe der Schriften Arnold Schönbergs: un caso virtuoso di collaborazione, che ha visto curatori e traduttore agire di concerto, scambiarsi pareri, discutere criteri e problemi editoriali per mettere capo a una edizione fedele e al tempo stesso leggibile dell’aggrovigliato manoscritto.
L’edizione italiana del trattato schönberghiano rientra nell’ambito del Programma di Ricerca di Rilevante Interesse Nazionale 2006-2008, finanziato dal Ministero dell’Università e della Ricerca Scientifica e coordinato dall’Università di Bologna, con la collaborazione dell’Arnold Schönberg Center e della Universität für Musik und darstellende Kunst di Vienna. In base a un accordo stipulato dall’unità di ricerca bolognese del PRIN, coordinata da Paolo Gozza, con l’Arnold Schönberg Center, il testo stabilito da Krones e Urbanek è stato pubblicato in anteprima mondiale accanto alla traduzione, corredato da una ricca introduzione e da un ampio apparato critico.