Le metafore del tempo e dello spazio nella riflessione musicale delle Neoavanguardie

Si deve alle avanguardie del primo Novecento, e in particolare ai compositori della Seconda Scuola di Vienna, l’interesse per le possibilità di manipolazione del tempo nella scrittura musicale e la tendenza a una concezione ‘spaziale’ della forma. Nondimeno le questioni connesse al tempo e allo spazio, affrontate da Schönberg, Berg e Webern direttamente nelle loro composizioni, sono state tematizzate soltanto nel secondo dopoguerra dai rappresentanti dell’avanguardia postweberniana.

Benché inserito nel più vasto contesto degli studi estetici, semiologici ed epistemologici sviluppati nel XX secolo, il dibattito sviluppato su tali questioni dai musicisti che si confrontavano a Darmstadt costituisce uno specifico terreno di indagine, perché si intreccia strettamente con i problemi da loro incontrati nella concreta ricerca compositiva. Questo contributo è volto a individuare le metafore del tempo e dello spazio adottate da artisti come Boulez Cage Berio Clementi Ligeti nell’elaborazione delle loro poetiche e a coglierne il nesso inestricabile con le loro scelte formali e linguistiche.

Graziella Seminara