A cosa servono le metafore? Le metafore con cui descriviamo la musica sono “impertinenze” del linguaggio, fantasiose licenze di scrittura? Oppure in qualche modo ci conducono più vicino al fatto musicale nella sua essenza?
Emanuele Tesauro (1592-1675) paragona la metafora a un cannocchiale: la definisce anzi il «cannocchiale aristotelico», in ossequio alla celebre disamina della figura retorica, compiuta dal filosofo greco duemila anni prima. Il frontespizio del suo omonimo trattato (1670) ci consegna una splendida immagine allegorica della metafora e del suo valore epistemologico: la metafora è qui il cannocchiale che ci consente di osservare il sole – un atto che ci sarebbe altrimenti precluso.
L’allegoria allude al carattere mediato di ogni rappresentazione. La metafora è un modello, un’immagine di qualcosa cui non ci è dato avere accesso diretto; un qualcosa che, proprio nella mediazione della metafora, può tuttavia esser còlto nel suo contenuto di verità.
La ricerca sulla metafora musicale è la continuazione dello studio sull’immagine musicale che ha impegnato gli studiosi di Athena Musica nel biennio passato, e il cui esito è il volume L’Immagine musicale che qui presentiamo.
L’immagine musicale è situata nel registro dell’esperienza sensibile, estetica. Là dove vien meno la determinazione logica del concetto viene in aiuto la metafora. La metafora musicale è una costruzione del pensiero che s’invera nel linguaggio, e per questa sua natura si offre come il compimento linguistico dell’immagine musicale. Come il cannocchiale del Tesauro consente di osservare il sole, non diversamente la metafora musicale consente di ridurre a concetto l’immagine musicale e attribuirle un contenuto semantico (la si potrebbe definire il riflesso linguistico dell’immagine musicale sensibile).
Lo studio dei rapporti tra musica e metafora seguirà tre direttrici principali:
a) la necessità di tener conto della dimensione storica, a cominciare con lo storicizzare la rilevanza e l’intensità della metafora nel discorso intorno alla musica;
b) l’importanza di una riflessione teorica sulle categorie che regolano gli usi metaforici in musica;
c) la volontà di contemperare una duplice lettura della “metafora musicale”, sia nel senso del ricorso a costrutti allogeni nel parlar di musica, sia nel senso di un uso della musica come paradigma concettuale di altri ambiti del sapere.
Ciascun componente del Gruppo approfondirà il tema della metafora musicale in un contesto culturale determinato:
– Francesco Finocchiaro, L’antitesi metaforica «musica organica – musica meccanica» nelle poetiche moderniste
– Maurizio Giani, La musica come emittente e destinatario della metafora. Una riflessione sui ‘Papillons’ di Schumann
– Paolo Gozza, L’uomo, uno strumento musicale
– Guido Mambella, Il suono animato
– Magda Polo Pujadas, La musica come metafora del mondo in Arthur Schopenhauer
– Maria Semi, Il “corpo sonoro”
– Graziella Seminara, Le metafore del tempo e dello spazio nella riflessione musicale delle Neoavanguardie
– Laurence Wuidar, La metafora musicale nella mistica di Richard Rolle